I “SANTI ASSEMBRAMENTI” DI UNA VOLTA!

È ancora vivida l’immagine delle palme che ondeggiano in una Piazza San Pietro gremita, mentre il cielo azzurro e un sole particolarmente splendente sembrano sorridere ai numerosi fedeli che si radunano per celebrare l’inizio della Settimana Santa, per condividere – come il pane nelle nostre tavole – un pezzetto di storia sacra, il miracolo della fede che rinnova il suo appuntamento – come una sorta di transustanziazione allegorica e popolare – in un fazzoletto di terra e in ogni parte del mondo dove la storia del Nazareno ha portato frutto.

Questa è l’immagine che i nostri occhi portano ancora impressa nell’anima, e provano a ridestarne la memoria cercando qua e là – con delle fotografie o attraverso le pagine di qualche vecchia rivista – quei “santi assembramenti” che un tempo facevano bene solo a guardarsi, e che la paura per il contagio del Coronavirus, oggi, ha provveduto a disperdere.

La Pandemia ha colpito il mistero del Dio cristiano nel suo centro, che per sua natura è essenzialmente «Relazione», a partire dal Suo essere Padre, Figlio e Spirito Santo, trinitariamente in continuo dialogo, comunione, offerta, dono reciproco, fedeltà e sacrificio; e in quella primordiale e divina Relazione è custodito il mistero della nostra esistenza, poiché – a immagine e somiglianza di Dio – sono stati creati gli uomini. Una relazione che però, in questo nostro tempo, è privata (seppur in parte, considerato la possibilità limitata del distanziamento) della sua “festa”.

La festa è la conseguenza naturale della relazione tra Dio e gli uomini, la festa – ricordava Papa Francesco durante un’udienza generale – «è un’invenzione di Dio»; e ancora: «Il tempo della festa è sacro perché Dio lo abita in un modo speciale. L’Eucaristia domenicale porta alla festa tutta la grazia di Gesù Cristo: la sua presenza, il suo amore, il suo sacrificio, il suo farci comunità, il suo stare con noi… E così ogni realtà riceve il suo senso pieno: il lavoro, la famiglia, le gioie e le fatiche di ogni giorno, anche la sofferenza e la morte; tutto viene trasfigurato dalla grazia di Cristo. […] Dunque, la festa è un prezioso regalo di Dio; un prezioso regalo che Dio ha fatto alla famiglia umana: non roviniamolo!» (Udienza Generale, 12 agosto 2015).

Foto: Vatican News

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