Sanremo naufraga miserabilmente!
«Siamo fuori di testa ma diversi da loro», è questo il refrain principale della canzone vincintrice di Sanremo 2021, “Zitti e buoni” dei Måneskin, un brano rock che prende le distanze dai canoni artistici dei Sanremo del passato, ma è anche la parola chiave per comprendere questa “funesta” 71° edizione del Festival di Sanremo che ha forse avuto la presunzione di ritenersi inaffondabile.
Gli ascolti sono calati drasticamente di serata in serata, la gente non ha proprio voglia di cantare: il Covid-19 ha ucciso milioni di persone, in tanti hanno perso il lavoro e si sentono abbandonati dalle istituzioni, e, per tantissime persone, il conforto principale rimasto è quello della fede! Ed è forse questo l’ulteriore errore commesso dagli organizzatori del Festival: aver utilizzato in modo scorretto e desacralizzante alcuni simboli della fede cattolica. Una grossolana e premeditata caduta di stile che non può pretendere di lasciare la maggior parte dei credenti “Zitti e buoni”.
Sarebbe ingeneroso dare tutta la colpa al cantante Achille Lauro per aver indossato piume e corazza da Arcangelo Michele, o di aver utilizzato un’asta del microfono con il dettaglio ben evidente del Sacro Cuore di Gesù e aver terminato l’esibizione canora colorando di rivoli di sangue il proprio volto. Achille Lauro non era nemmeno in gara tra i cantanti, è stato invitato come ospite, lui stesso ha dichiarato in
conferenza stampa «che cosa c’è dietro a un progetto condiviso mesi e mesi fa con Amadeus, costato notti di lavoro, di riunioni, di creatività», un viaggio nei generi musicali – ha precisato Lauro – «attraverso delle rappresentazioni che incarnassero non un personaggio ma l’essenza del genere». Probabilmente Lauro è partito con l’idea del genere musicale per poi concentrarsi su un’altra categoria di genere, forse quella raccontata anche dalla sua spalla sanremese: «Gli animali sono meglio di noi – ha detto, infatti, Fiorello in uno dei sui interventi – l’essere umano è troppo legato all’aspetto esteriore», e a proposito del pesce pagliaccio ha affermato che quando s’incontrano due pesci del medesimo sesso uno dei due, nella dinamica dell’accoppiamento, cambia sesso. «Pensa a quanto sono avanti gli animali», ha esclamato Fiorello!
L’artista siciliano supera se stesso, e il limite di ogni decoro spirituale, quando nella serata di venerdì (giorno che in tempo di Quaresima suggerisce ai cattolici il pio esercizio della Via Crucis) duetta con Achille Lauro indossando una corona di spine con gli aculei colorati di rosso.
Il web insorge, indignato, per le offese gratuite contro la fede cristiana, chiedono ai Vescovi italiani di prendere posizione.
Insomma, pare a tutti abbastanza chiaro, che forse, per una volta, il Festival si poteva fermare: ne avrebbe guadagnato in credibilità e serietà, piuttosto che vederlo miserabilmente colare a picco, mentre la Banda della Marina militare apre la serata finale del Festival con le note dell’Inno di Mameli!