La Sicilia dei bagli, luoghi siciliani capaci di rigenerarsi
Vere perle architettoniche – incastonate fra dolci colline o innestate tra gli edifici dei centri urbani – i bagli caratterizzano prepotentemente molti scorci paesaggistici della Sicilia. Storia e tradizioni coagulate in architetture spesso abbandonate o addirittura in rovina; altre invece, sono state recuperate e trasformate in stabilimenti vinicoli, in musei o in strutture ricettive per il turismo. Chi si accinge a varcare i maestosi accessi di questi edifici viene subito rapito dalla storia che queste antiche strutture architettoniche trasudano.
Un mix di storia e tradizioni
Il viaggio nel tempo compie infatti balzi di parecchi secoli, fino al medioevo quando, con l’avvento del sistema feudale, i Casali di tradizione latina iniziano una trasformazione edilizia che li vedrà racchiudersi in difesa con la costruzione di muri di cinta e qualche volta con la vera e propria militarizzazione di tutto il complesso. La grande opera di infeudamento realizzata dai Normanni nell’Isola coincide con la proliferazione dei «Bagli»: sostanzialmente una casa colonica dotata di tutti gli edifici complementari e rinserrata in sé stessa in una forma planimetrica chiusa con un cortile al centro. Una tipologia architettonica che manterrà la sua funzionalità nei secoli quasi fino al XVII secolo. Nel Seicento il grande «ritorno alla terra» dei Baroni siciliani ridona nuova vita a questa tipologia di edifici e, nel Settecento, in coincidenza con la seconda ondata di interesse verso la campagna, i Bagli più vicini alle città ebbero invece la curiosa sorte di venire, col tempo, trasformati in ville padronali.
L’animo green dei bagli siciliani
Secoli di storia alle spalle e non dimostrarli. I bagli siciliani sono delle vere e proprie “macchine del tempo” capaci di catapultarsi nella nostra epoca, assumendone le tendenze più all’avanguardia. Due le parole d’ordine che si possono rintracciare nei bagli: turismo rurale ed eco sostenibilità. Un binomio inscindibile in questi tesori architettonici isolani, capaci di modellarsi alle evoluzioni del turismo, caratterizzate da tutte quelle attività quali il trekking, il birdwatching, l’ippoturismo, la ristorazione basata su un’offerta gastronomica tipica della zona, consoni alla cultura rurale del territorio.
La nuova stagione
Disseminati in ogni angolo dell’Isola, i bagli continuano a mostrare e a raccontare secoli di storia, epoche e culture apparentemente lontani dalla nostra odierna frenesia, ma geograficamente vicini e tenacemente visibili, anche se alcuni di questi non sono stati così fortunati da rinascere a nuova vita. Alcuni di essi, attraverso sapienti interventi di restauro e di riqualificazione architettonica hanno conosciuto una nuova “stagione”, divenendo hotel de charme ad esempio, arricchiti da scorci di una dimensione temporale dal fascino ipnotizzante.
Un patrimonio straordinario
I bagli siciliani rappresentano dunque non soltanto un volano per le economie locali dell’Isola, ma anche un patrimonio storico-edilizio di straordinaria suggestione che meriterebbe maggiore cura da parte delle pubbliche istituzioni per la sua salvaguardia e valorizzazione. Essi sono la testimonianza tangibile di come si possa tramandare la propria identità culturale con l’astuzia di servirsi delle nuove tecnologie applicate alle energie rinnovabili, all’allevamento, alle colture, alla fruizione del territorio.