Papa Leone II, il Papa siciliano che combatteva le eresie
Le notizie sulle origini di Papa Leone II in realtà sono poco chiare anche se la maggior parte degli studiosi sono concordi sul fatto che sia nato in Sicilia ad Aidone oppure a Piazza Armerina anche se il padre sembra fosse calabrese. Per quanto riguarda la sua vita, sappiamo che era molto portato nel canto tanto che gli fu stata affidata la direzione della “schola cantorum” al Laterano, inoltre conosceva abbastanza bene la lingua greca e latina ed era anche dotato di ottime capacità oratorie. Tali notizie sono giunte fino a noi grazie tutto al “Liber Pontificalis”.
Un papa siciliano
Se le notizie sulle sue origini e sulla sua vita “pre pontificia” sono frammentarie, per quanto riguarda invece la sua vita da Papa abbiamo diverso materiale. Leone II venne consacrato Papa il 17 agosto 682, “diciotto mesi dopo” la sua elezione, perché ? Perché Costantino IV che allora imperava, aveva inserito nuovamente l’antica norma di trasmettere a Bisanzio gli atti relativi all’elezione del papa per averne l’approvazione e quindi l’autorizzazione. Divenuto Papa, Leone II trovò davanti a se uno scenario importante poiché dovette combattere l’eresia “monotelita”, supportata tra gli altri anche da Papa Onorio I. Tanto che proprio su quest’ultimo, Leone II pose un anatema durante il concilio ecumenico di Costantinopoli affermando che però Onorio era stato negligente nell’appoggiare il Monotelismo (che affamava il fatto che Gesù avesse solo la natura divina). Ovviamente però Leone II dichiarò che comunque Onorio I non era un eretico.
Dal Monotelismo alla chiesa di Ravenna
Per Papa Leone però i problemi non finirono li, infatti in quel periodo la chiesa di Ravenna non prestava obbedienza alla chiesa di Roma tanto da diventare scismatica. A supportare la chiesa di Ravenna fu anche l’imperatore Costantino IV che nel 666 firmò un documento dove dichiarava che la chiesa ravennate era indipendente e non doveva prestare obbedienza al Papa. Ma non durò molto. Papa Leone infatti raggiunse un accordo con il vescovo di Ravenna, Teodoro, così da quel momento in poi tutti i vescovi di Ravenna dovevano ricevere la consacrazione dal Papa e di conseguenza quest’ultimo concedeva delle esenzioni.