Mons. Guo Xijin: “Sono disposto ad affrontare la persecuzione assieme agli altri sacerdoti”
A debita distanza dal carrierismo ecclesiastico o dalla preoccupazione di perdere i privilegi del proprio ruolo episcopale, monsignor Vincenzo Guo Xijin, vescovo ausiliare di Mindong (Fujian), preferisce subire la persecuzione insieme agli altri sacerdoti, piuttosto che sottomettersi all’Associazione patriottica (Ap) imposta dal governo cinese.
Secondo le informazioni che vengono periodicamente pubblicate su AsiaNews, monsignor Guo Xijin aveva accettato di fare un passo indietro nel governo della sua diocesi per lasciare spazio a monsignor Vincenzo Zhan Silu, diventato vescovo durante una cerimonia ritenuta illecita (e per questo motivo scomunicato), e in seguito all’Accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Cina del 2018 riabilitato.
Preferisco la persecuzione
Nonostante l’Accordo provvisorio, la situazione dei cattolici in Cina non è migliorata. Nella diocesi di Mindong, su 80 mila cattolici, più di 70 mila appartengono alla Chiesa “sotterranea” (l’unica – prima dell’Accordo – riconosciuta dalla Santa Sede) e la loro libertà di culto è notoriamente e rigidamente limitata.
Monsignor Vincenzo Guo Xijin ha firmato, come spiega AsiaNews, «un documento in cui egli accettava l’obbedienza al vescovo, alle leggi del Paese, ma non alla “indipendenza” e all’Ap, i cui principi sono “inconciliabili con la fede cattolica” (Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi, 2007). […] Ma il Fronte unito non vuole pubblicare questo documento, ed esige invece che tutti i sacerdoti sotterranei della diocesi – la maggioranza, circa 60 – firmino l’adesione all’Ap, facendo credere che mons. Guo abbia firmato la stessa adesione».
A questo punto, monsignor Guo Xijin, coraggiosamente ha preferito ritirare la sua domanda di riconoscimento da parte del governo con le seguenti motivazioni: «Il governo ha già deciso di perseguitare i sacerdoti che si rifiutano di firmare la richiesta [di adesione all’Ap]. Se io non sono in grado di proteggerli, non vale la pena che io venga riconosciuto come vescovo ausiliare. Sono disposto ad affrontare la persecuzione assieme agli altri sacerdoti».