Si è madri per sempre

Angosciante, inconcepibile, senza nessuna plausibile spiegazione resta la scelta di una madre di mettere fine alla vita di una figlia.
Non possiamo negarlo, i pensieri verso colei che ha compiuto questo efferato gesto non sono positivi né tanto meno misericordiosi. Si fa molta fatica ad avere pietà.
Ma questo non può esimerci dal provare a fare un pensiero diverso, più alto e nobile della situazione; la nostra coscienza deve nutrirsi e costruirsi sulle solide basi dell’amore, del perdono e della misericordia.
La nostra umanità sta nella capacità di avere un giudizio, un criterio ed uno sguardo più elevato sull’uomo, un pensiero che va oltre l’istintività, il rancore e l’odio.
Le madri sono donne che diventano esseri speciali, vivono una sorta di trascendenza, compiono uno degli atti più divini che gli umani possono sperimentare. Una mamma ha una percezione della vita che va oltre l’umano sentire, prosegue anche dopo la morte.
Tante mamme, per ragioni intime e personali che non voglio giudicare e che guardo con rispettoso silenzio, interrompono fin dal grembo materno la vita della propria creatura. E questo oggi fa meno scandalo, ma non è meno tragico dall’avere tolto la vita ad una figlia più cresciuta.
A volte ho ascoltato il dramma di tante donne pentite dall’avere compiuto un simile gesto, disperate per avere preso una strada dalla quale non si può più fare ritorno. La maternità può ammalarsi o ferirsi se perde il suo sacro valore. Ma può essere guarita dall’Amore per la vita.
È importante il rimorso del male fatto, se serve però per redimersi, per porre rimedio al poco amore che chi ha sbagliato non ha saputo donare. Non ci serve la morte del peccatore, altrimenti ci porremmo allo stesso livello di chi uccide.
È possibile allora trovare altre vie? Se la maternità non può più essere esercita biologicamente, può comunque essere vissuta nella comunione delle anime. Alcuni legami sono eterni, perché non siamo solo corpo biologico.
Ecco che allora una speranza nuova può sorgere, chi sbaglia può provare a porre in parte un piccolo rimedio: amare a distanza quell’anima che ora si trova in un luogo certamente migliore. Può redimersi coltivando dentro di sé una coscienza nuova, redentiva e di amore.
L’anima attende un gesto di redenzione dalla madre, spera che la madre si possa liberare dal male che la opprime, desidera ritrovare il cuore originale di chi ha cooperato alla sua generazione, perché ha voglia di incontrala.
L’amore per la vita ha sempre la forza di riaccendersi anche nei cuori più bui e sterili, perché l’Amore è più forte della morte.
Non dobbiamo mai perdere la speranza.

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