Al congresso dell’AICL in Spagna Corrado Monaca candida Modica a ospitare l’edizione 2022 e ricorda lo scrittore Gaetano Gangi
La “Creazione di spazi provinciali nella letteratura” sarà al centro del congresso annuale della Associazione Internazionale Critici Letterari (AICL), in programma a Villafranca del Bierzo, in Spagna, dal 4 al 7 novembre. Ventiquattro relatori provenienti da sei Paesi europei esploreranno il lavoro di vari autori delle rispettive aree geografiche e l’impronta del paesaggio e del territorio nelle loro opere, in omaggio alla letteratura del Paese ospitante e allo scrittore leonese Luis Mateo Díez. Tra gli italiani, anche l’ispicese Corrado Monaca con una relazione dal titolo “Le nuove eleuterie di Gaetano Gangi sulle rotte del Mediterraneo a Sud dell´Europa”.
Monaca, che di recente ha ricevuto l’incarico di direttore strategico per l’Italia dei programmi di transizione ecologica per l’AICL dalla presidente Neria De Giovanni, si farà portavoce della proposta avanzata dal sindaco di Modica Ignazio Abbate e proporrà la candidatura della città natale di Salvatore Quasimodo come sede del convegno AICL nel 2022. “Il tema del convegno, di piena attualità, – si legge nella candidatura – impone la conoscenza di spazi provinciali come radici dove innescare l’albero delle varie identità territoriali per la creazione di nuovi spazi col segmento della letteratura, indispensabili all’identità europea. Tale evento nella città di Villafranca del Bierzo in Spagna rimanda ai rapporti storici tra l’impero spagnolo e la contea di Modica, un filo lungo, tortuoso mai interrotto che ha sedimentato gli odierni provincialismi col supporto ordito dalla letteratura e dalla storia necessari per creare nuovi spazi da poter offrire alle nuove generazioni”. La proposta sarà presentata ai componenti del Bureau internazionale dell’AICL, cui spetta il compito di valutare le candidature pervenute.
Tornando all’argomento della sua relazione, Monaca sostiene da tempo che la letteratura debba essere inserita tra gli indicatori della scienza planologica al fine di rafforzare la crescita delle comunità e dei territori. Da qui l’interesse per scrittori e intellettuali locali ma di respiro universale che hanno contribuito a inserire gli spazi provinciali nell’immaginario letterario. Nella sua relazione, tratteggia la figura di Gaetano Gangi (1925-2014), nato a Castelnuovo d’Istria ma vissuto prima a Noto e poi a Ispica. Gangi fu intellettuale, scrittore, dirigente scolastico, docente universitario e promotore della diffusione della cultura italiana all’estero. Della sua vasta attività culturale, Monaca sceglie di analizzare due aspetti: le descrizioni del paesaggio ibleo contenute nel romanzo “Ritratto del Casale” e il Manifesto delle Nuove Eleuterie, feste triennali della libertà nella cultura del mondo in ogni campo.
Il romanzo“Ritratto del Casale”, pubblicato da Lerici Editore nel 1965, vinse il premio Villa San Giovanni (1966) e fu tradotto in rumeno e in slovacco. Gangi vi descrisse mirabilmente gli aspetti paesaggistici della costa sud orientale – da Punta Regilione (dove oggi sorge Marina di Modica) va a Porto Ulisse fino al promontorio Pachino – e dell’altopiano degli iblei, nonché le connessioni storiche con le influenze culturali spagnole. Il libro narra le vicende di una dinastia, la nobile famiglia castigliana degli Espinosa, attraverso cinque secoli di storia, dall’insediamento nel feudo del Casale nel 1457 con Don Luys fino allo sbarco degli alleati in Sicilia e agli anni del dopoguerra. La narrazione fonde, in un costante equilibrio, elementi romanzeschi, storici, architettonici e paesaggistici. “Il Casale – scrive Gangi, in un affascinante passaggio citato da Monaca nella sua relazione – quando pareva che tutto dovesse fatalmente soggiacere e disperdersi, ha ripreso vigore ed ha conservato le pietre smarrite e da un secolo all’altro più consunte, sia nella boscaglia che nelle aree brulle, svegliandole quand’erano inerte gioco dei venti autunnali e primaverili, tra i folti spineti e l’asfodelo, sommerse, nella lunga estate, tra i fiori di cardo, mute e risonanti al passo come tombe: così da persuadere che la vita degli uomini fosse il supremo errore, in quei luoghi”.
Se il romanzo di Gangi contribuisce alla creazione di spazi provinciali nella letteratura, il Manifesto delle Nuove Eleuterie (1999) rappresenta una valida proposta di aggregazione e condivisione internazionale attraverso la cultura. Presso gli antichi Greci, le Eleuterie erano feste celebrate, ogni quattro anni, per commemorare con agoni sportivi la solenne liberazione delle città dal giogo di un tiranno o dall’oppressore straniero. Esse richiamavano rappresentanti da tutta la Grecia e rappresentavano anche un momento di scambio di idee e di conoscenza che lasciavano nelle comunità un’impronta durevole in termini di influenze e circolazione culturale. Per Gangi le Nuove Eleuterie diventano feste triennali della libertà nella cultura del mondo in ogni campo. L’idea di Gangi era quella di un’Olimpiade della cultura e delle idee, a cadenza regolare e itinerante, per vivificare i popoli e far germogliare i semi della conoscenza, del libero pensiero in tutti i campi e della libera iniziativa economica, nel solco della più ampia coesione sociale perseguita dalle politiche dell’Unione Europea. Una proposta di grande attualità e interesse, dato che da decenni ormai, con la globalizzazione e l’avvento della rete, si assiste alla progressiva frammentazione e disgregazione delle comunità, l’assottigliamento e l’atomizzazione delle relazioni sociali e personali, tendenze che il Covid ha inevitabilmente accentuato. La relazione sarà pubblicata nel volume degli Atti del congresso.