La Sicilia della scuola anti meritocratica
Speranza e amarezza sono le iconiche e ricorrenti condizioni di molti aspiranti docenti che vorrebbero accedere a quei ruoli scolastici, coronando una vita di studi e sacrifici. Marta, Rosalba e centinaia di altri giovani che ripongono tutte le loro speranze in un sistema che puntualmente li delude.
Pubblichiamo integralmente la riflessione di una di loro con l’auspicio che il sistema possa realmente essere meritocratico.
“Estate 2020, siamo in piena pandemia, ma il MIUR decide di bandire un concorso ordinario per la scuola primaria e per la scuola dell’infanzia. I posti a disposizione (fonte MIUR):
Scuola primaria posto comune: 257
Scuola primaria sostegno: 31
Scuola dell’infanzia posto comune: 4
Scuola dell’infanzia sostegno: 0
Ovviamente preciso che quei posti sono riferiti alla REGIONE SICILIA (il che è già abbastanza assurdo, soprattutto per quanto riguarda il sostegno, quando sappiamo quanto ci sia bisogno di insegnanti formati e specializzati e quanto sia importante la continuità per questi bambini, ma questa è un’altra storia e considerando che SOLO in provincia di Palermo, solo lo scorso anno, ho contato 900 (NOVECENTO) disponibilità). Ma comunque, andiamo avanti.
Non pretendevo il ruolo l’anno successivo alla mia laurea, ma ovviamente, come tutti gli insegnanti, ci speravo. Compro i libri necessari, inizio a leggerli, ma delle prove nessuna notizia, quindi abbandono tutto.
23 novembre 2021: il MIUR ci avvisa che il 13 dicembre (VENTI GIORNI PRIMA) sarebbero partite lei prove per quel concorso, bandito più di un anno prima, in piena pandemia e con nessuna possibilità di recuperare nel caso in cui si fosse stati positivi e/o in quarantena.
Inizia il conto alla rovescia, si inizia a studiare e ripassare tutto quello che si può, lavorando contemporaneamente.
Le prove si svolgono regolarmente, sia scritte che – successivamente – orali e si concludono a i primi di giugno 2022.
Iniziano ad uscire le prime graduatorie nelle altre regioni, dalla Sicilia nessuna notizia se non la visione della posizione in graduatoria, errata e con punteggi sbagliati (mai pubblicata, ma visionata su Istanze Online). Iniziano anche ad uscire i posti disponibili, da dividere però con le GAE (Graduatorie Ad Esaurimento, che mai si esauriranno perché si continuano ad inserire persone che improvvisamente si riscoprono con la passione dell’insegnamento e ricordano di avere un titolo di studio che – ahimè – continua a permettergli di insegnare pur avendo fatto tutt’altro fino a quel momento) e con gli IDONEI del concorso straordinario 2018 (un concorso che però non prevedeva alcuna SELEZIONE – a differenza del nostro che prevedeva due prove, dove si doveva ottenere un punteggio di 70/100 per essere ammessi alla fase successiva).
Oggi la conferma di ciò che purtroppo temevamo: il concorso ordinario 2020 per la scuola primaria e dell’infanzia VIENE ESCLUSO DELLE IMMISSIONI IN RUOLO DI QUEST’ANNO.
Alla richiesta di spiegazioni mi viene detto che è una guerra tra poveri, che da nessuna parte è scritto che quei posti erano nostri (anche se un concorso era stato bandito, anche se il MIUR aveva già spiegato che avremmo avuto la precedenza sulla scelta delle sedi).
Perché questa rabbia se c’è gente che ha aspettato anni prima di ottenere il ruolo? Io sono laureata da soli 4 anni, “ancora ne dovrei fare di gavetta”.
Bene, la rabbia deriva dal fatto che io – come altri – ce l’abbiamo messa tutta per superare queste due prove, per superare questo concorso, siamo stati ILLUSI che qualcosa finalmente si fosse mosso, che quei 257 posti potessero spettarci, abbiamo studiato e ce l’abbiamo messa tutta per superare questo concorso. Come siamo stati ripagati? Con NIENTE.
Ecco: questa è quello che ottiene chi decide di restare in quest’isola, dove l’incompetenza degli Uffici Scolastici regna sovrana, la meritocrazia non è una parola ancora conosciuta e chi va avanti è solo chi ha conoscenze nei piani alti.
Questa è la nostra Sicilia“.