L’espresso italiano patrimonio dell’umanità: a Palermo Morettino capofila della candidatura
Un rito? Un’icona? Un fatto identitario? L’espresso italiano è la perfetta sintesi di tutto ciò ed anche molto di più, tenuto conto che è candidato a diventare Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco attraverso la candidatura recentemente presentata al ministero delle Politiche Agricole con dossier “Il caffè espresso italiano tra cultura, rito, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli”.
Il dossier di candidatura tra origine dalla fusione di due precedenti dossier, su invito della Commissione Nazionale Unesco, per giungere a una procedura unitaria che valorizzasse le tradizioni italiane legate ad una delle bevande più popolari del mondo e che da Napoli a Venezia ha sviluppato un profilo secolare: il rito e l’Arte del Caffè Espresso Italiano, promosso dal Consorzio di tutela del Caffè Espresso Italiano Tradizionale e La cultura del Caffè Napoletano tra Rito e Socialità proposto dalla Comunità emblematica napoletana con il supporto della Regione Campania.
E tra le più agguerrite sostenitrici che condurrà entro l’anno all’alto percorso di riconoscimento vi è la comunità emblematica di Palermo – capitanata da Arturo Morettino – che con le altre “sorelle” sparse per lo Stivale perorano il grandioso obiettivo.
Non una scelta casuale dal momento che questa eccellenza siciliana vanta una lunga storia di profumo e gusto che parte dal 1920 dall’antico emporio di spezie e coloniali di nonno Arturo nella storica borgata di S. Lorenzo ai Colli a Palermo. Oggi Caffè Morettino è sinonimo di qualità totale e sostenibilità ambientale – ottenute in costante aggiornamento con l’evoluzione delle esigenze dei consumatori – attraverso l’adozione delle più moderne tecnologie produttive, la realizzazione di un laboratorio interno di Qualità dotato di importanti strumenti scientifici e l’avvio di rilevanti processi di Ricerca & Sviluppo capaci di garantire un miglioramento costante dei propri standard qualitativi. Oltre alla visionaria attenzione al prodotto, la devozione dei Morettino ha quasi un fervore religioso, dove il rito del caffè scandisce i momenti più importanti della giornata.
Da questo nasce la voglia di diffondere la cultura antica del caffè attraverso l’istituzione di una icona aziendale, il “Piccolo Museo del Caffè”, la collezione privata di casa Morettino contenente la storia antropologica del caffè attraverso i suoi oggetti antichi: abbrustolatori, mortai e pestello, macinini e caffettiere che rappresentano quattro secoli della civiltà del caffè. Lì vi è la musa nera, che si racconta attraverso gli utensili, i profumi della sua fantastica vita dal seme alla preziosa tazzina.
“Sosteniamo la candidatura Unesco del rito del caffè espresso italiano – spiega Arturo Morettino – sia per riconoscere i valori di una eccellenza e di una ritualità tutta italiana, che per proteggere il suo patrimonio fatto di caffè letterari fonte di illuminazioni culturali e sociale a tutto campo. Un progetto visionario, capace di testimoniare l’identità di un prodotto d’eccellenza italiana simbolo di accoglienza e convivialità”.