Bruciano le Madonie. Il Messaggio del Vescovo di Cefalù

Pubblichiamo un nuovo appello di S.E.R. Mons. Giuseppe Marciante, Vescovo di Cefalù, dopo gli incendi che hanno devastato nelle ultime ore le Madonie.

Apprendo con forte rammarico e profondo dolore l’impetuoso moltiplicarsi, in queste ultime ore, di funesti incendi in diversi territori dei Comuni della nostra Diocesi di Cefalù.

Seguo con trepidazione paterna l’evolversi di ogni singola situazione: con la mia preghiera al Signore sono vicino a tutti i figli e le figlie della nostra terra che, in varie forme e in modi diversi, sono coinvolti nel vortice violento di queste inaccettabili tragedie che gridano, senza alcun tentennamento, giustizia umana e divina.

Voglio raggiungere tutti i nostri contadini, tutti i nostri allevatori, tutti i cittadini che, con i propri occhi, assistono sbigottiti alla morte del loro sudato e onesto lavoro, alla distruzione di ogni bene materiale.

Anni di sacrifici, di impagabile e irrisarcibile laboriosità inceneriti dalle fiamme appiccate da mani criminali che vanno ricercate e individuate tempestivamente.

Voglio raggiungere le tante famiglie che, nelle case delle proprie campagne, avevano iniziato il tempo delle loro meritate vacanze. Molte di loro stanno vivendo l’incubo delle corse bagnate dal sudore della paura pur di non rimanere intrappolate tra la violenza di fiamme che potrebbero rivelarsi letali.

Voglio raggiungere i Sindaci e tutte le Amministrazioni Comunali che stanno in trincea a guidare con la mente e anche con le proprie mani ogni possibile strumento umano e tecnologico a difesa e salvaguardia di uomini, terreni, piante e animali.

Voglio raggiungere anche i numerosissimi fratelli e sorelle del Corpo dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri, della Polizia, della Forestale, della Protezione Civile, dei Vigili urbani e di ogni Istituzione: un esercito di angeli custodi che, con il loro responsabile servizio, allontanano e spengono le fiamme del male, della delinquenza, della criminalità.

Voglio raggiungere i tanti volontari, in special modo i nostri giovani, che con audacia e coraggio in queste ore non temono fiamme incalzanti e fumo accecante. Sono, senza saperlo, i primi testimoni, le primizie più belle di quella solidarietà globale e profetica verso la casa comune.

Quella solidarietà che Papa Francesco in Laudato siʼ invita a promuovere nei cuori e nelle coscienze degli uomini del nostro tempo.

È edificante per noi tutti, in queste ore di angoscia e desolazione, l’esplosione di questa solidarietà ambientale che ci custodisce tutti. Una solidarietà che paragono a quell’acqua benefica invoco dal cielo per placare la forza distruttiva delle fiamme.

Il fronte degli incendi che si propaga incessantemente entro i confini della nostra Diocesi e in tutta la nostra amata isola di Sicilia mi e ci lascia senza parole. Al contempo deve farci prendere consapevolezza che siamo di fronte a un lucido, calcolato, vandalico e diabolico intervento di distruzione delle nostre terre, del nostro lavoro.

Potremmo essere di fronte a un pianificato studio di desertificazione della nostra economia a conduzione familiare o micro-aziendale a vantaggio di sporchi interessi economici verso destinatari che resteranno anonimi. Disegni pianificati e realizzati con malefica lucidità da menti e mani criminali che si muovono da un capo all’altro della Sicilia.

A noi restano al momento sconosciuti gli obiettivi e le forme perverse degli interessi economici che stanno dietro questi atti criminali. Questo limite però non deve giustificare la scelta di possibili vie di fuga, di ingiustificate forme di omertà, di silenzi tiepidi, masticati o misurati.

Mi sembra che sia riduttivo o da favola pensare solo o esclusivamente ai possibili piromani del momento, ai Neroni del 2021, alle menti impazzite dallo sfarfallio della spettacolarizzazione crudele di distruzioni ambientali da postare sui social. La protezione del nostro ricco patrimonio ecologico, della custodia delle nostre vite deve percorrere la via della denuncia.

Dobbiamo percorrerla come cittadini e come cristiani. Singolarmente e comunitariamente.

Dobbiamo usare le nostre voci, alzare le nostre braccia non solo per partecipare alla costruzione sempre più qualificata di un’etica di solidarietà ambientale ma anche per denunciare se abbiamo visto, ascoltato, compreso. Per consentire alle istituzioni preposte di dare voce alla giustizia. Di identificare questi mostri.

Se facciamo dormire le nostre coscienze possiamo trovarci di fronte altri mostri che sapranno bruciare anche i nostri paesi, le nostre città. Senza fiamme, ma col potere del male“.

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