Earth Overshoot Day: il 29 luglio abbiamo esaurito le risorse che il pianeta offre in un anno
Ieri è stato l’Earth Overshoot Day, il Giorno del Sovrasfruttamento della Terra, che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che la Terra è in grado di offrire nell’arco di un anno.
Purtroppo negli anni questa inquietante scadenza è stata sempre più anticipata (con una eccezione per il 2020, anno della pandemia) indice del fatto, come segnala il WWF, che stiamo consumando l’equivalente di 1,6 pianeti all’anno, cifra che- in base alle tendenze attuali- dovrebbe salire fino a due pianeti entro il 2030.
Secondo il WWF esistono molte soluzioni che possono essere adottate a livello di comunità o individualmente per avere un impatto significativo sul tipo di futuro in cui investiamo: ad esempio ridurre l’impronta di carbonio del 50% sposterebbe la data di più di 90 giorni. Anche ciò che mangiamo è molto importante. Il WWF ha già segnalato come l’80% delle estinzioni delle specie e degli habitat a livello globale dipende dagli attuali sistemi alimentari, spiegando l’importanza delle nostre scelte di consumo grazie alla campagna Food4Future.
“È fondamentale invertire la rotta per evitare ulteriori insanabili deficit ecologici ed è necessario passare urgentemente da un’economia della crescita ad una economia del ben-essere. Dobbiamo agire ora e non perdere più tempo prezioso”. Gianfranco Bologna, presidente onorario del Comitato Scientifico del WWF Italia.
E proprio tra 100 giorni i rappresentanti dei governi nazionali si riuniranno in quello che è stato considerato il summit delle ultime possibilità per un’azione globale contro il cambiamento climatico: la COP26 a Glasgow mentre prima in ottobre avremo a Kunming in Cina la COP15 sulla biodiversità.
L’IMPRONTA ECOLOGICA
L’Impronta Ecologica, calcolata dal Global Footprint Network, è tra gli indicatori più completi ad oggi disponibili per la contabilità delle risorse biologiche. Basata su 15.000 dati per paese all’anno, somma tutte le richieste delle persone per le aree biologicamente produttive – cibo, legname, fibre, sequestro del carbonio e sistemazione delle infrastrutture. Attualmente, le emissioni di carbonio derivanti dalla combustione di combustibili fossili costituiscono il 61% dell’Impronta Ecologica dell’umanità.