Il senso del Dantedì: intervista al ministro Franceschini a cura di Rai Cultura
“Il Dantedì non è una giornata soltanto per ricordare Dante e l’importanza della figura di Dante in Italia e nel mondo. È anche un modo di riconoscersi come comunità nazionale. In fondo, Dante ha parlato dell’Italia, ha amato l’Italia, ci ha indicato l’Italia molto prima che l’Italia nascesse dal punto di vista dello Stato e dal punto di vista giuridico. E soprattutto è un momento di Unità nazionale ed è un momento di riconoscibilità dell’Italia in tutto il mondo e quindi è importante che ci sia una giornata dedicata a lui, in cui la comunità nazionale si riconosce. Sarà sempre più cosi. Siamo appena al secondo anno, quando saranno molti decenni che si svolgerà il Dantedì sarà una ricorrenza sempre più importante, sempre più sentita dal popolo italiano”.
Quali sono le iniziative che il Ministero ha messo in atto?
“C’è davvero di tutto. A cominciare dalla lettura di un canto della divina Commedia di Roberto Benigni davanti al Presidente della Repubblica. Poi moltissime altre iniziative: nei musei, nei luoghi della cultura, negli archivi, nelle biblioteche. Molte le iniziative organizzate nelle città di Dante, da Firenze a Verona e a Ravenna. Un fiorire di iniziative delle quali molte saranno solo online, senza pubblico, almeno nella parte dell’anno in cui ci saranno ancora delle limitazioni. È veramente un meccanismo molto coinvolgente anche con molte iniziative organizzate all’estero, negli Istituti di cultura, e nelle comunità italiane all’estero”.
Qual è l’attualità dell’opera di Dante?
“Credo che Dante in qualche modo ci indichi cosa vuol dire essere comunità nazionale. L’Italia è un Paese che è nato prima nella lingua, nel popolo, nel sentire e nella storia comune, prima che nascesse lo Stato. Dante ha identificato questa comunità nazionale, ha plasmato la lingua italiana. Si può dire che attorno a lui, nasce l’idea di Italia stessa, e quindi davvero è importante avere dei simboli. I popoli e gli Stati devono essere orgogliosi di ciò che li ha resi grandi nel mondo e noi dobbiamo essere orgogliosi e uniti attorno alla figura di Dante che è una delle figure più conosciute del mondo riferita all’Italia”.