Istituto Gonzaga Palermo: Rientro a scuola come ritorno alla vita di relazione

Ritornare a ridere, a scherzare, ad emozionarsi  e a studiare in classe. Sono le cose che, da diverso tempo, hanno desiderato ritornare a fare i giovani delle scuole superiori siciliane che oggi sono tornati a scuola. L’Isola, infatti, a causa dei dati relativi al contagio da Covid 19, è stata l’ultima regione italiana a fare rientrare in presenza gli studenti tra i banchi. Tra i giovani c’è un grandissimo desiderio di una ‘normalità’ di vita scandita principalmente dalla relazione. A dirlo sono gli studenti delle scuole superiori del Gonzaga Campus.

La prima a prendere la parola è una ragazza che frequenta l’ultimo anno di liceo classico. “In questa seconda fase di quarantena e di scuola in Dad mi sono accorta che il danno c’è stato – racconta Beatrice Helfer -. Abbiamo vissuto, infatti, delle situazioni di disagio e anche un crescendo di ansia dettato soprattutto dal fatto di dovere rimanere chiusi in casa per tutto questo lungo tempo. Ora cominciamo finalmente a respirare un poco di più e a riprendere a poco a poco la nostra vita quasi ‘normale’ anche se con le dovute limitazioni. Sarà compito delle istituzioni vigilare sul rispetto delle regole nell’interesse di tutti. L’appello più grande che faccio, però, a tutte le istituzioni  è quello soprattutto di non sottovalutare la nostra salute psicologica che non va messa in secondo piano. Rientriamo, quindi, a scuola in sicurezza sperando adesso in un grande senso di responsabilità di tutti, giovani e adulti”.

“Sono contenta di essere ritornata a scuola perché mi è mancato molto il contatto umano – continua Elisabetta Coniglio di 15 anni del II liceo scientifico – anche con il distanziamento e con le mascherine. Stare a scuola ti dà emozioni diverse rispetto a quelle di stare tutto il tempo davanti a uno schermo di un computer. Ritornare a scuola è per me come riprendersi una parte della propria vita che è fondamentale per vivere una situazione di possibile ‘normalità’ che deve continuare. Ci è stata tolta un poco di spensieratezza ma adesso speriamo che tutto finisca presto. Il nostro desiderio più grande è che non si ritorni più in Dad e per questo ci vuole un forte senso di responsabilità di tutti e naturalmente anche delle istituzioni”.

Tra i ragazzi c’è chi ha dovuto fare i conti con un corso di studi nuovo e con nuovi compagni di scuola che forse adesso sarà il tempo di conoscere meglio.

“Il passaggio dalla terza media dell’anno scorso al primo liceo è stato per noi abbastanza turbolento  – racconta pure Anna Compagno del primo liceo Stem – perché, togliendo l’estate,  è come se avessimo perso un anno. Lo dico non dal punto di vista didattico ma per quanto riguarda soprattutto la nostra vita personale di relazione perché non siamo riusciti ad avere una vita normale. Tra noi giovani c’è molta responsabilità e speriamo che questa duri nel tempo perché non vogliamo più perdere l’occasione di stare in classe. Se ci comporteremo bene si raggiungeranno risultati positivi per tutta la comunità. Se tutte le nostre paure saranno accompagnate dalla consapevolezza dell’importanza di essere tornati a scuola allora a crescere sempre di più sarà proprio  il nostro senso di responsabilità”.

Anche gli insegnanti hanno vissuto il rientro a scuola come un evento positivo. “Abbiamo sofferto anche noi perché entrare in un aula vuota per fare la Dad a distanza con i ragazzi è stato, sul piano della relazione,  all’inizio terribile – sottolinea la prof.ssa di italiano Gaetana Minnone -. Al di là della didattica vera e propria, è venuta a mancare tutta la dimensione comunitaria che si vive a scuola. I nostri studenti adesso devono recuperare il tempo che è stato sottratto loro da questa pandemia. Le scuole se organizzate bene possono essere dei luoghi sicuri”. “I giovani sono stati penalizzati perché la didattica in presenza, sia dal punto di vista dell’apprendimento che della socializzazione, è una occasione unica rispetto alla Dad – aggiunge pure Giuseppe Rizzuto professore di cinese e studi culturali -. In classe, anche nei passaggi di condivisione informale, si imparano tante cose che da casa non si possono apprendere. Nonostante ciò, anche in Dad, i giovani sono riusciti a dare risposte belle e a volte pure inaspettate”.

“Oggi è stato un momento di festa e di gioia per tutti noi, piccoli e grandi – afferma p. Vitangelo Denora direttore del Gonzaga campus  -. Questa mattina i bambini delle scuole elementari, con i loro messaggi scritti, hanno voluto dare il benvenuto a scuola ai loro compagni e compagne di scuola più grandi. Gli studenti del quinto liceo erano tutti vestiti eleganti perché per loro questo ritorno è stato un momento di festa. Certamente, questo tempo di difficoltà ci ha fatto riscoprire l’importanza della scuola come istituzione di bene comune e laboratorio del futuro. La scuola è principalmente infatti, un luogo di vita e di relazione fondamentale per la costruzione del futuro dei nostri giovani. Confidiamo adesso nelle istituzioni affinchè possano metterla davvero al primo posto tra tutte le priorità. Chiaramente occorre lavorare sulla responsabilità di tutti, a più livelli, affinchè si garantisca la giusta continuità della vita scolastica. Se la scuola è un bene di tutti, tutti devono impegnarsi per questa. E’ arrivato allora ormai il tempo per dire che la scuola non è uno dei tanti temi dell’agenda politica ma è il primo fra tutti i temi da cui partire per il bene di tutta la società del nostro Paese”.

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