Le acque di Maddalusa restituiscono un prezioso cannone del tardo XVI secolo

Ancora un prezioso reperto storico proveniente dal mare siciliano. In seguito a segnalazione da parte del sig. Gianluca Lopez, raccolta ed prontamente trasmessa dalla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle (AG), sulla presenza di un cannone di epoca storica nelle acque di Maddalusa prospiciente il porto della città di Agrigento, la Soprintendenza del Mare ha avviato nei giorni dal 24 al 26 novembre 2020 le operazioni di verifica del reperto ed eventuale recupero.
Il sito di Maddalusa, già noto per aver restituito un altro cannone del tardo XVI secolo nel 2007, ha costituito sin dall’antichità un luogo di importanti rotte mercantili, come testimoniano i numerosi ritrovamenti fino ad oggi documentati.
Il manufatto odierno, che giaceva ad una profondità di 7 metri, semi sommerso in un fondale limaccioso, ad una distanza di circa 300 metri dalla costa presso la foce del fiume Akragas ad Agrigento, costituisce una importante testimonianza per la sua tipologia, uguale al precedente.
Il cannone, che è stato recuperato dal nucleo subacqueo della Soprintendenza del Mare e dal R.O.A.N. della Guardia di Finanza di Palermo con il prezioso supporto tecnico logistico e operativo della Lega Navale di Agrigento, è stato sollevato con l’ausilio di palloni e poi salpato con una gru alla presenza della Soprintendente Valeria Li Vigni.
Ad una prima ispezione visiva il cannone si conferma simile al precedente, rendendo verosimile l’ipotesi della dispersione in quello specchio di mare di un carico di artigliera destinato alla vendita.
Infine, è stato prontamente trasferito nei locali del laboratorio di restauro del Parco archeologico della Valle dei Templi per essere sottoposto ad un intervento di restauro, grazie alla preziosa e immancabile disponibilità del Direttore Roberto Sciarratta.
Come previsto in tutti gli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo, il secondo cannone di Maddalusa sarà reso fruibile alla cittadinanza, rimanendo in esposizione presso il territorio di ritrovamento. Dichiara Valeria Li Vigni: “ Nonostante le notevoli difficoltà dovute al Covid 19 la Soprintendenza del Mare prosegue l’attività di tutela e ricerca e soprattutto, grazie al suo nucleo subacqueo coordinato da Stefano Vinciguerra con i mezzi della Sop.mare, continua a restituire tasselli della nostra storia, sul solco di Sebastiano Tusa portiamo avanti i suoi insegnamenti”

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