La strigliata del preside Pecoraro contro il gioco al massacro nei confronti della Scuola
Con estrema e convinta chiarezza il dirigente scolastico dell’istituto alberghiero “Pietro Piazza” di Palermo – che con i suoi 3000 alunni rappresenta la scuola più grande d’Italia – riflette, attraverso il profilo personale di un social network, sull’andirivieni di polemiche e contraddizioni che riguardano l’inizio di questo nuovo travagliato Anno Scolastico. «Non voglio entrare nella polemica se sia giusto o no rientrare a scuola – ha dichiarato il preside, Vito Pecoraro – ma mi premono un paio di considerazioni». La prima: «Perché i genitori temono il contagio a scuola, che potrebbe anche avvenire, ovvio, nonostante tutte le precauzioni che stiamo prendendo, e non temono il contagio fuori, dove lasciano tranquillamente che le “rime buccali” [da bocca a bocca, N.d.C.] dei figli e delle figlie non si “distanzino”?».
Nonostante il lavoro ininterrotto dei docenti per attuare la Didattica a distanza – osserva il Preside del Piazza – prima la si è attaccata, mentre adesso viene richiesta dai genitori. Domande che evidentemente in questi ultimi mesi – come l’immagine omerica della tela di Penelope – non giungono mai a completa stabilità!
«Trovo disdicevole – precisa inoltre Vito Pecoraro – ogni attacco mediatico contro la scuola e chi ne fa parte. La scuola è piena di professioniste/i che fanno il loro dovere con estrema passione. E se pure ci sono delle pecore nere… dove non ce ne sono?»; e ancora: «Risparmiateci tutti i luoghi comuni che potrebbero venirvi in mente… che ne avremmo pure noi da tirarne fuori… specie sull’educazione dei figli!». Vito Pecoraro termina con un esempio, raccontando un episodio recentemente accaduto nel proprio Istituto che ha acceso qualche polemica: «Un collaboratore scolastico è stato accusato di aver mandato via un ragazzo, il giorno di una prova di recupero, perché sprovvisto di mascherina. Io ero presente e abbiamo dato noi la mascherina al ragazzo! Mi chiedo allora, come mai nessuno dice nulla sulla famiglia che ha mandato in giro il ragazzo senza mascherina?».
Lungi dal voler rappresentare una difesa d’ufficio, è evidente che le osservazioni del preside Pecoraro mettono in luce il seguente paradosso: da un lato il lavoro di presidi, docenti e personale ATA per ottimizzare e garantire in sicurezza il diritto allo studio (situazione davvero faticosa che, tra tira e molla ministeriali, si protrae ormai da diversi mesi), dall’altro un diseducativo gioco al massacro che – attraverso il web e i talk show politici – rende difficile un criteriato e sano confronto.
A chi, dunque, riserva al corpo docente ingiuste e fuorvianti critiche, forse è bene ricordare quello che diceva lo scrittore e saggista irlandese Oscar Wilde: «Tutti coloro che sono incapaci di imparare, si sono messi ad insegnare»!