Sociale, campus di integrazione per i ragazzi del Consorzio Il Nodo
E’ giunta al secondo anno l’esperienza del campus estivo a Guardavalle, in provincia di Catanzaro, per i ragazzi ospiti delle comunità del Consorzio il Nodo di Catania. Una cinquantina di minori, fra stranieri, rientranti nei progetti SIPROIMI per MSNA di Catania ed Acireale, e ragazzi italiani affidati dal giudice per i Minorenni di Catania, che hanno vissuto insieme una straordinaria prova di integrazione, anche in tempo di Covid19, condividendo una vera e propria vacanza con gli ospiti del villaggio turistico Faro Punta Stilo di Guardavalle.
Dalle lezioni di aquagym in piscina, ai mini tornei di calcio, ai giochi in spiaggia, fino alle esibizioni nel teatro all’aperto, il campus di integrazione, è partito l’1 luglio e si è concluso ieri. L’esperienza ha visto alternarsi due gruppi di minori accompagnati dai propri educatori, per 15 giorni ciascuno. Una formula nuova di condivisione di spazi, di momenti, di regole, anche legate alle norme igienico-sanitarie e anti assembramento e, per che no, anche di divertimento.
“Abbiamo già sperimentiamo questa formula l’anno scorso – commenta il presidente del Consorzio Il Nodo Fabrizio Sigona – pensata per portare avanti l’idea di un’integrazione a un livello, diciamo, più avanzato”. “Fondamentale il sostegno dei comuni sia di Catania che di Acireale, del Servizio Centrale, dei tutori che hanno acconsentito alla trasferta e anche del Tribunale per i Minorenni, senza la cui autorizzazione non avremmo potuto fare nulla. Come in ogni progetto – aggiunge Sigona – c’è un’ampia rete di soggetti che deve trovare convergenza”.
Si è trattato di un’occasione che ha permesso di far sviluppare nei ragazzi la propria capacità di socializzazione non solo con gli altri coetanei, ma anche con gli adulti ospiti della struttura, Il villaggio turistico Faro Punta Stilo è, infatti, meta estiva di interi nuclei familiari e gruppi di pensionati che con un po’ di curiosità hanno chiesto ai minori di parlare del proprio vissuto e delle proprie aspettative di vita, in uno scambio proficuo di relazioni. La maggior parte dei minori stranieri, in Italia da meno di un anno, ha mostrato di avere già acquisito le nozioni base della lingua italiana, ed è stato in grado di conversare. Anche per i minori italiani si è trattato di un momento fondamentale per relazionarsi con altre realtà. “La scelta della località, ovviamente non poteva essere casuale – sottolinea Sigona – abbiamo cercato la collaborazione con la struttura di Guardavalle che da 25 anni lavora a questi percorsi di integrazione”.