Un percorso del fare 4, il nuovo libro di Emanuele Walter Angelico
“Il valore etico di una cultura tecnologica deve passare attraverso la responsabilità progettuale dei futuri architetti che al pari di illuminati meccanici devono costruire e allo stesso tempo decostruire, con un’innata capacità, nuove soluzioni costruttive sempre meno energivore e più coese con il sistema ambiente“. Questo l’incipit del nuovo libro di Emanuele Walter Angelico intitolato “Un percorso del fare 4 – verso una rinnovata cultura tecnologica” (edizioni Arianna) fresco di stampa.
Il volume reca la presentazione del Prof. Giuseppe De Giovanni, nella quale si dà conto della sterminata attività di ricercatore, di pubblicista e di docente che tratta gli allievi, “quasi fossero suoi figli”, verso i quali egli si adopera per “trasmettere un sapere antico ma nello stesso tempo erecontemporaneo.
Nella prefazione della Prof.ssa Maria Luisa Germanà, dal suggestivo titolo “Dal peccato all’imperativo del fare: un percorso necessario”, pone l’accento sul “fare architettura di cui scrive Walter E. Angelico, dal suo punto di vista di ricercatore che per molto tempo ha scelto di militare anche nella pratica professionale, interdetto a quanti optano per il tempo pieno dentro l’Università, secondo una norma che grettamente rispecchia l’idea del fare come peccato, segmentando nettamente la ricerca e l’insegnamento dell’Architettura rispetto a un fare architettura che affronta in prima linea le sfide della concretezza”.
Questo libro raccoglie alcune riflessioni rivolte alla tecnologia come scienza applicata, alla tecnologia edilizia come scienza del costruire e ai processi di trasformazione del pensiero in attività formative e produttive. “L’architetto di ogni tempo – scrive l’autore – ha curato, assistito, programmato e progettato il territorio nei suoi aspetti funzionali ed estetici. Con il senno di poi ci si domanda ragionevolmente se questo avesse sempre fatto bene, occupandosi anche delle ricadute del proprio fare. L’architetto si è proposto quale ‘regista’ e ‘cooordinatore’ delle trasformazioni della città e del territorio, ma non siamo certi delle sue operose facoltà verso l’ambiente. Crediamo che l’atto del costruire e del manipolare il territorio debba esser sempre atto nobile e responsabile. Con ogni azione, ogni introduzione del proprio operato, l’architetto deve sempre domandarsi se le ricadute giustifichino la proprie azioni. Per essere esteti e tecnici del proprio tempo ogni attore, regista o coordinatore di trasformazioni ‘deve’ oggi porsi lontano da velleità e costruzioni inutili e comunque agire in ogni circostanza con criterio e responsabilità. L’assunto di questo libro ha origine da criteri e analisi disciplinari che guardano, con una nuova consapevolezza, il “Territorio dell’Architettura”e le sue modificazioni. Tutto non ritornerà mai più come prima. Questa è la prossima sfida, perché gli errori si pagano in termini di ‘orrori’ perenni e sono esposti al giudizio di chi ne subisce gli effetti”.
L’AUTORE
Emanuele Walter Angelico, Caltagirone 1963, è Professore Aggregato S.S.D. ICAR/12 Tecnologia dell’Architettura, presso l’Università degli Studi di Palermo, insegna per il Laboratorio di Costruzione dell’Architettura a Palermo e Progettazione Ambientale c/o il Polo Didattico di Agrigento. Afferisce al D’Arch, Dipartimento di Architettura. È stato componente del Collegio dei Docenti del “Dottorato di Ricerca in Architettura” indirizzo “Recupero dei Contesti Antichi e Processi Innovativi nell’Architettura”. É Componen-te del Consiglio di Dipartimento di Architettura di Palermo. È componente del C.I.R.Ce.S. (Centro Interdipar-timentale di Ricerca sui Centri Storici). È socio fondatore della SITdA, Società Italiana di Tecnologia; È “Visi-ting Professor” presso la Unidade Universitària de Arquitetura e Urbanismo – Campus Vargas – Ribeirão Pre-to – UNIPI – Università di San Paolo in Brasile. È componente del Comitato Scientifico Internazionale del gruppo di Ricerca per il Seminario Internazionale di “Arquitecturas-Imaginadas: Representação Gráfica Arqui-tectónica e ‘Outras-Imagens’ do Centro de Investigação em Arquitectura, Urbanismo e Design, C.I.A.U.D – da Universidade de Lisboa, F.A./U.Lisboa). È componente del Centro Interdiparimentale “Migrare” dell’Ateneo di Palermo. È componente del Comitato Scientifico dell’Istituto Nazionale Sostenibile Architettu-ra (INSA). Ha partecipato a svariati gruppi di ricerca tra cui: “Sistema Design Italia”, ricerca che ha ricevuto il Compasso D’oro nel 2001 ed in ultimo la ricerca “BCNano Lab – Laboratorio dell’innovazione nel settore dei Beni Culturali per la sperimentazione di nanotecnologie e nanomateriali”. Oggi si interessa nello specifico di “Tecnologia e Sistemi Costruttivi a secco” con specifico riferimento all’impiego del legno in Architettura.