Nasce a Ragusa la Orthom-Mask
La “fase 2” dell’emergenza Covid-19 è alle porte. Insieme ai provvedimenti varati dal governo per il sostegno all’economia e la profilassi sanitaria, sarà necessario adottare tutte le precauzioni per garantire la sicurezza dei lavoratori.
Serve, in primo luogo, garantire la sicurezza dei sanitari che operano negli ospedali e soprattutto nei reparti Covid-19. Serve garantire la sicurezza di tutti gli operatori che dovranno effettuare la pulizia e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni”, come previsto dal DPCM del 27 aprile 2020.
A Ragusa, si è conclusa la sperimentazione del nuovo sistema di protezione, con filtri certificati fino al 99,9 % di protezione, per tutti gli operatori esposti al rischio Covid-19. Il centro ragusano Orthom, specializzato nella produzione di dispositivi medici su misura, ha ricevuto in donazione 300 maschere EasyBreath Decathlon da numerosi privati, che hanno rinunciato alle proprie attrezzature per le immersioni subacquee mettendole a disposizione per l’emergenza sanitaria. Le maschere sono state modificate e oggi sono pronte per essere distribuite: le “Orthom-Mask” saranno donate agli operatori sanitari del territorio siciliano.
Punto di forza sono i test eseguiti sulla maschera modificata che ne attestano la sicurezza. I test sono stati coordinati dal dottor Pietro Di Falco, amministratore unico della Orthom ed eseguiti con la collaborazione dell’Università degli Studi di Messina, del CNR di Catania e delle strutture ospedaliere della provincia di Ragusa. “Ottenere delle evidenze scientifiche dai test eseguiti in così poco tempo – spiega l’ingegnere Rosario Criscione, project manager di Orthom – è stata davvero una grandissima sfida che il team ha portato a termine nel migliore dei modi. I test sono scaricabili sul sito orthom.com”.
Sono stati eseguiti i seguenti test:
- Test di tenuta dei raccordi dei componenti del sistema di protezione realizzato all’interno dell’officina ortopedica Orthom. Un circuito mantenuto a pressione costante tramite un manometro di precisione ha perfuso il sistema di protezione andando a verificare le eventuali perdite di pressione all’interno del sistema. In particolare sono state valutate le eventuali perdite nei raccordi tra le componenti, pericolosissime in termini di sicurezza sanitaria: un agente patogeno potrebbe insidiarsi nel sistema passando proprio da questi spazi che si creano tra le componenti.
- Test Ergospirometrico (eseguito con la collaborazione dei reparti di Cardiologia di Ragusa e Vittoria e del reparto di Rianimazione di Ragusa, guidati dai primari Antonio Nicosia, Giulio Vladimiro Lettica e Luigi Rabito), che permette di verificare quanto il sistema maschera-raccordo-filtro incida sulla capacità respiratoria del soggetto che lo indossa, in termini di debito di ossigeno, produzione di anidride carbonica, oltre che dei valori fisiologici di saturazione, frequenza cardiaca e curve di pressione delle vie aeree.
- Test di tenuta della bardatura del capo, in grado di verificare la tenuta della maschera rispetto al viso anche in presenza di un forte elongamento, a simulare una forza che faccia scollare la maschera dal viso.
Il raccordo realizzato da Orthom e sottoposto ai test di cui sopra, è stato realizzato con la supervisione del CNR di Catania. “Da un confronto sperimentale diretto tra il raccordo Orthom e il raccordo originale della maschera EasyBreath – afferma l’ingegnere Giuseppe Recca del CNR – si è potuto constatare che il raccordo Orthom ha una tenuta migliore rispetto al raccordo in dotazione alla maschera”. I test di tenuta dei raccordi sono stati svolti sulla base delle linee guida del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina su indicazione del rettore Salvatore Cuzzocrea. Hanno collaborato al progetto anche la professoressa Elita Schillaci, dell’Università di Catania, che ha fornito importanti indicazioni, e la rete PRIMS – Distretto di Meccatronica di Palermo. Di tutte le attività è stato informato l’assessorato alla Salute e l’assessore Ruggero Razza il quale ha seguito e sostenuto le fasi della sperimentazione.
“Si tratta – spiega Pietro Di Falco – di una nuova opportunità per permettere ai medici ed agli infermieri di operare nei reparti in sicurezza e di debellare la possibilità di contrarre il virus proprio mentre si lavora nella delicatissima “fase 2”. Noi abbiamo chiesto in dono le maschere EasyBreath a chi ne era in possesso e, con grande generosità, ne sono state raccolte circa trecento. Le abbiamo modificate ed abbiamo approntato i test che ne garantiscono la funzionalità e sicurezza. Visti gli incoraggianti risultati ottenuti e nelle more che gli Enti certificatori possano rilasciare il loro parere, intendiamo mettere immediatamente il sistema di protezione a disposizione. Chiediamo che la Regione ci dica a chi e con quali modalità donare il sistema. Noi vorremmo che esso fosse, prima di tutto, una possibilità per la nostra terra, per la Sicilia, per far si che nella fase della ripartenza, sia garantita la massima protezione del personale sanitario. Voglio ringraziare a nome di tutto il team di Orthom tutti coloro che ci hanno sostenuto fino al raggiungimento di questo importante traguardo”.