Uno più Uno, il libro di Alberto Bilardo
Continuiamo la nostra rassegna dei testi per una buona lettura con “Uno più Uno” di Alberto Bilardo. Il libro verrà presentato a Palermo mercoledì 22 Gennaio 2020 alle 17.30 presso la Parrocchia Gesù Maria e Giuseppe in via Ausonia.
Uno più Uno è un alfabeto di emozioni che Alberto Bilardo ci dona: A come amore, B come Barriere, C come Catene, S come Speranza! Ma anche S come Sorriso e i sorrisi più belli visti nelle vite più difficili delle persone incontrate: disabili, carcerati, malati, vedove, mamme che avevano perso un figlio, sono i sorrisi di coloro che hanno saputo trasformare il dolore in forza. Uno di questi è Alberto Bilardo
Amore e forza di volontà sono state le risorse che Alberto ha messo in campo per accettare e sfidare lo svantaggio che la vita gli ha riservato. Affetto sin dalla nascita da una tetraparesi spastica causata da un incidente durante il parto: nonostante le difficoltà motorie e di linguaggio, Alberto non ha mai smesso di sorridere anzi ha fatto della sua disabilità un’opportunità. Alberto ama la vita e malgrado le sue fragilità è riuscito a diplomarsi e a coltivare le sue passioni come l’equitazione, la barca a vela, la scherma e la fotografia. Ed è proprio la passione per la fotografia che lo porta a realizzare varie mostre fotografiche. Per Alberto fotografare significa raccontare la sua visione del mondo, condividere la sua percezione della natura, gli stati d’animo dei volti che immortala. Un modo, come dice lui stesso, per far capire quanto in questo mondo tutto sia importante, anche se appare superfluo o meritevole di essere messo ai margini, snobbato o rifiutato. Quello che è ordinario può diventare straordinario. Una forza d’animo da la sua, che gli viene dal calore della sua famiglia: la mamma Laura, il fratello Luigi e la nonna Matilde alla quale dedica questo suo libro.
Un libro in cui si affrontano, grazie all’ausilio delle immagini, dei pensieri scritti in prosa e versi, vari temi che rappresentano un diario di bordo, sottolineando, come il titolo stesso ci indica, che ognuno di noi non può fare a meno degli altri. Accanto alla fede negli uomini Alberto coltiva la fede in Dio e da Lui che attinge la speranza di raggiungere ogni giorno nuovo traguardi.
Abbiamo incontrato Alberto e gli abbiamo posto alcune domande.
Alberto i tuoi pensieri in questo libro divengono versi e attraverso le immagini tu ci regali emozioni: Qual è la parola che più ti rappresenta in questo alfabeto delle emozioni?
E’ “speranza” la parola che più mi rappresenta nell’alfabeto su cui ho voluto impostare il mio libro. Avere speranza, avvertirne dentro di me il sentimento, mi aiuta giorno dopo giorno ad alimentare la fede, che è il pilastro su cui costruisco la mia vita. Le mie speranze sono quelle di vivere con pienezza ogni giorno, di trovare un lavoro, di farmi una famiglia, e di continuare a coltivare con sempre maggiore efficacia le mie passioni, come quella della navigazione in barca a vela. Ma per me la speranza deve essere vissuta anche proiettandola negli altri, aiutando il prossimo e contribuendo a migliorare la nostra società. Nel mio piccolo io ci tento, cercando di non arrendermi alle prime difficoltà. Anche questo significa sperare.
Alberto: tu hai fatto della tua disabilità un’arte…. pur affrontando ogni giorno tante difficoltà dove hai trovato la forza che ti permette di sorridere nonostante tutto?
La forza di sorridere me la sono ritrovata da bambino, come reazione ai sorrisetti e ai commenti crudeli dei miei coetanei più inconsapevoli sulla mia condizione. Sorridevo in faccia a ogni difficoltà o malizia perché sapevo di poter contare sul sostegno fortissimo della mia famiglia e sulla solidarietà concreta delle persone che il Signore ha voluto mettere sul mio cammino. Non c’è giorno in cui io non scopra qualcosa che mi indichi la necessità di andare avanti con ottimismo. Tengo in allenamento quella forza vitale che si sorregge su una fondamentale convinzione, che ho voluto fare mia. La convinzione che la vita sia un dono, e che i limiti possono aiutare a scoprirne la bellezza. A me succede questo. Sono certo che la disabilità diventa un peso soprattutto quando la società fa in modo che essa sia un peso.
Alberto: per te la vita è navigare in un oceano di insidie…. ma grazie alla fede rimani a galla con l’energia che ti viene anche dall’amore delle persone che hai accanto e che incontri durante il viaggio….cosa ti senti di dire a coloro che non riescono ad accettare la propria disabilità o quella di un parente?
A chi non riesce ad accettare la propria disabilità posso dire di non smettere mai di sperare in una vita migliore. Per me la speranza non è un’illusione, ma è la conseguenza più importante dell’esperienza. La speranza può diventare, per chi soffre di limitazioni fisiche, il motore del vivere. E vivere significa anche trovare quella pace interiore che solo Dio può dare. A tutti i genitori di coloro i quali sono diversamente abili, mi permetto di dire che la condizione dei loro figli può trasformarsi in una dote. E’ dalla ricchezza che l’esperienza della disabilità offre che si capisce che, nonostante le fatiche quotidiane, l’amore vince sempre nel mondo.
Alberto: quando un uomo può chiamarsi veramente uomo?
Un uomo è veramente un uomo quando esercita il proprio rispetto per la vita altrui, per gli altri essere umani, per la natura e l’ambiente che ci circonda. Compito dell’uomo è quello di aiutare l’altro uomo. Per noi diversamente abili, sentirci umani significa avvertire di far parte integrante della società. E di aiutare questa nostra società a diventare più solidale.
Alla presentazione prenderanno parte Don Diego Broccolo (parroco Parrocchia Gesù Maria e Giuseppe), Fernanda Di Monte (Ass. Comunicazione Cultura Paoline Onlus), Alessandra De Caro (Dirigente Soprintendenza del Mare), Rosy Calamita Marino (Segretario del Movimento dei Cittadini Sicilia), Salvatore Caltagirone (Commissario Ente Parco Madonie), Don Sergio Ciresi (parroco Maria SS. Immacolata in Montegrapa), Giampiero Tre Re (condirettore Edizioni La Zisa), Valeria Li Vigni (Soprintendente del Mare), Adele di Trapani (insegnate, giornalista e collaboratrice Radio In BluDiocesi Palermo), Antonella Balistreri (Fondazione Villa delle Ginestre), oltre all’autore.
Non resta che gustare il libro!