Oggi 3 Dicembre Giornata Mondiale dei Diritti delle Persone Disabili

Proclamata dall’ONU nel 1981, la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità nasce per promuovere il benessere e l’inclusione di uomini e donne che vivono piccole o grandi fragilità. 

Quest’anno a Palermo alle ore 17.30 in piazza Verdi, di fronte il Teatro Massimo, verrà organizzato la prima volta in Italia, un Flash  Mob. 

In tanti scenderanno in piazza per togliere le maschere indossate per la vergogna delle loro condizioni e per non restare più in disparte ad osservare un mondo che li guarda a partire dalla loro disabilità. Oggi viviamo in  una societa’ fatta da indifferenza e sete di “perfezione” in cui sopravvivono forme di pregiudizio che rendono difficoltoso l incontro fecondo con la disabilità . Ecco perche il Flash Mob inizierà ripetendo: Ci Sono Anch’io e sulle note della canzone di Giorgia Credo getteranno a terra le maschere e affermeranno  che  “crediamo nelle lacrime che sciolgono le maschere “

La persona con disabilità ha bisogno di una comunità inclusiva che impari ad abbattere le barriere mentali, in modo da potere avere un ruolo sociale e interagire con la comunità. Abbiamo intervistato Rosa Maria Foti, responsabile della pastorale per le persone con disabilita’  arcidiocesi di Palermo 

Di cosa si occupa a Palermo la Pastorale per le persone con Disabilità ?

Il servizio Pastorale per persone con disabilita si occupa, di affrontare la condizione di isolamento della persona disabile e di chi gli sta attorno, attraverso momenti di formazione, catechesi e percorsi inclusivi. Oggi è necessario educare alla disabilità innescando quei meccanismi di relazione e quei processi  per prendersi cura dell’altro: io ho bisogno dello sguardo misericordioso di mio fratello quanto lui ha bisogno del mio sguardo .

Papa Francesco sottolinea spesso due parole accogliere e ascoltare tutti. Eppure le persone con disabilità sembrano ancora degli stranieri quando entrano nelle nostre parrocchie o nei luoghi che tutti noi frequentiamo, cinema, teatri, ristoranti, negozi.

Papa Francesco, che ci sollecita continuamente all’inclusione, sa bene quanto questa può essere terapeutica per la nostra società, che finisce spesso per essere anaffettiva e priva di relazioni autentiche. La persona con disabilita ci fa uscire dai nostri schemi, ci educa alla relazione, all’ascolto, al gioire delle cose semplici e può costituire un occasione preziosa di crescita, a partire dal riconoscimento della fragilità che e’ costitutiva dell’umano. 

Pe quanto riguarda luoghi di svago e di lavoro, bisogna partire dalla consapevolezza che la persona con disabilità ha il diritto ad essere inclusa in tutte le attività che la riguardano. E’ necessario un atteggiamento della comunità che esalti l’unicità della persona, in modo da riformulare la vita di ognuno in base alle proprie potenzialità. 

A volte alcuni sacerdoti negano isacramenti alle persone con gravi disabilità mentali. Eppure la persona con disabilità ha una propria dignità battesimale èRe, Sacerdote e Profeta.

Per fare in modo che questo non accada l’ufficio catechistico, in arcidiocesi a Palermo, sta portando avanti un cammino di formazione, attivo in molte parrocchie, che mira ad accogliere le persone con disabilità e le loro famiglie, spesso abbandonate. La parrocchia, per  Papa Francesco, non deve mai chiudere le porte, il prete sostenuto dai catechisti deve aiutare tutti a capire che con la fede e l’amore si completano le differenze.  Le persone disabili sono chiamate alla pienezza della vita sacramentale, anche in presenza di gravi disfunzioni psichiche. 

Come si inserisce il lavoro di inclusione nel rapporto con la società e quali sono i progetti che state portando avanti

 Quando si parla di persone con disabilità, quello che funziona non sono tanto i convegni ma e’ l’incontro  e’ la  relazione  che  puo’ cambiare la mentalità delle persone creando cultura. Ecco perche’ ci stiamo impegnando a realizzare uno spazio, messo a disposizione dai padre salesiani, per creare un ambiente inclusivo in cui le persone si possono incontrare attraverso momenti ricreativi e fare esperienza delle potenziali enormi che la persona con disabilità possiede.  

Ingannevoli certezze 

La disabilità ha un volto, il volto di tanti uomini e donne che nonostante le difficoltà hanno trasformato la loro disabilità in una missione, ha  il volto del indifferenza, del silenzio delle istituzioni. Ha il  volto dei tanti genitori che impauriti si domandano “ che ne sarà di lui dopo di noi ?”. Ancora rispecchia il volto di una scuola non abbastanza inclusiva, il volto di coloro che pensano che la disabilità non sia una sfida ma una sfiga e che pensano meno male che non sono disabile! 

La persona con disabilità ci costringe a togliere la maschera e a spogliarci delle nostre ingannevoli certezze per prendere contatto  con la  fragilità, propria di ogni essere umano.

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