Aprirà al pubblico a dicembre il Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema (MIAC)

Mancano poche settimane all’apertura del Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema (MIAC), presentato il 29 ottobre in anteprima alla stampa, alla presenza del ministro Dario Franceschini.
Il percorso, tutto multimediale, spazia dalle origini del cinema ai filmati che hanno costituito i grandi archivi del nostro paese fino all’arrivo della televisione e alla nascita e allo sviluppo della nuova immagine digitale. Si tratta del primo museo multimediale, interattivo e immersivo interamente dedicato al genere nella capitale.
L’approccio è molteplice: immersivo, conoscitivo, emozionale e personale. Il racconto non è didascalico, non procede per cronologia, ma si sviluppa per aree tematiche trasversali, come il potere, la musica, la commedia, la lingua, l’ Eros.
Il museo si estende su 1650 metri quadri, nell’edificio un tempo sede del Laboratorio di Sviluppo e Stampa: un luogo dove nei decenni, in milioni di metri di pellicole e pizze, è passata buona parte della storia del cinema italiano.
Finanziato dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, il Miac è realizzato da Istituto Luce-Cinecittà, in partnership con Rai Teche e CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia, in collaborazione con Cineteca di Bologna, AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Museo Nazionale del Cinema di Torino, Fondazione Cineteca Italiana, Cineteca del Friuli, Mediaset, con il patrocinio della SIAE.
 
MIAC – IL PERCORSO MUSEALE
Botteghino
Il primo ambiente è un sala d’attesa, lo spettacolo sta per cominciare, le insegne luminose delle più famose sale cinematografiche,  le trasmissioni sono momentaneamente interrotte, mancanza di segnale, rumore bianco al quale si alternano a melodie conosciute, jingle radiofonici.
Sala Emozioni / L’immaginario del Cinema italiano del ‘900
Si entra nella prima sala attraversando una grande tenda, abbagliati da una luce lontana si intravedono davanti a sé sei schermi da 55 pollici sospesi con volti, sguardi, espressioni di pubblico in sala durante la visione di un film, come quando ci si volta indietro verso il controluce del proiettore in una sala. Si scopre di essere al centro di una sala cinematografica con alle spalle lo schermo di proiezione su cui si alternano scene di diversi generi, commedia. Sopra di noi una nuvola di frammenti che ricordano i vetrini dei proiettori di sala e riflettono e moltiplicano scene entrate nell’immaginario del cinema italiano, da questa nuvola di idee calano le immagini sugli schermi che, con questa duplice vista, raccontano le emozioni che il cinema crea nello spettatore e il rapporto con il pubblico: risate, lacrime, paura, avventura.
Nastro trasportatore
I rulli che originariamente trasportavano le pellicole cinematografiche oggi trasportano i pensieri, le frasi, le parole che i visitatori saranno invitati a scrivere su degli schermi inseriti lungo il nastro trasportatore e che attiveranno scie di luce lungo tutta la sua lunghezza (circa 40 metri). Attraversando i vari ambienti la luce giunge ad una teca trasparente che raccoglie tutti i pensieri sotto forma di piccoli foglietti di carta stampata.
Timeline
L’asse centrale dell’edificio, un lungo ambiente con il nastro trasportatore, è come una spina dorsale che sorregge l’impianto emozionale della narrazione con una lunga linea del tempo (timeline) della storia del cinema italiano che riconnette le esperienze percettive non lineari degli altri ambienti. Lungo i suoi trenta metri la Timeline racconta gli eventi principali, le date e stagioni del cinema italiano, attraverso un graffito animato dalla proiezione che ha la funzione di un’infografica, animando con la luce e descrivere e informare.
Sala Attori e attrici 
Le star del cinema vengono rappresentate all’interno di una quadreria luminosa formata da 12 elementi: tessere di un mosaico mappate. Si alternano volti, i giochi di luce e i dettagli più significativi dei divi italiani. Tre grandi cornici, composte da 100 lampadine, circondano i loro volti come se fossimo in un camerino in grado di ospitarli tutti.
Sala Storia
Una moltitudine di fotogrammi riordina la memoria storica collettiva. Molteplici parallelepipedi proiettati e disseminati nella sala dialogano con la maxi proiezione di fondo, ricordando lo skyline di una metropoli. Pattern di luce pulsante accompagnano lo scorrere del tempo,  soffermandosi di volta in volta su un evento storico raccontato nelle pellicole dei documentari e dei film italiani.  Gli eventi che hanno fatto la storia del Paese sono scanditi senza seguire un ordine cronologico, uno zapping randomico crea un universo da esplorare, attraversato da sciami temporali e amplificato dai riflessi delle pareti specchiate.
Sala Lingua
Un cluster di speaker diffonde nella sala dialoghi sovrapposti, all’inizio è solo l’udito ad essere sollecitato da un vociare incomprensibile, uno alla volta i dialoghi si scompongono in una sequenza e si dipanano accompagnati alle scene selezionate che compaiono nello spazio su 3 lightbox di 3m di larghezza x 1,70 m di altezza. La percezione uditiva e visiva vengono analizzate separatamente in un continuo rimando fra ciò che “sento” e ciò che “vedo”. Gli idiomi linguistici e i dialetti enfatizzati dal linguaggio cinematografico vengono riprodotti in una dialettica tra ascolto e visione esplorando la complessità della lingua italiana.
Sala Potere
Due pareti di cemento fronteggiano il visitatore in un ambiente austero, freddo, circondato da una gabbia di luce che accompagna il susseguirsi della rappresentazione cinematografica del potere. Fredda e solenne ma al contempo ribelle ed irriverente. Le pareti di 2,5 m ciascuna si accendono con le immagini delle proteste, delle denunce e delle azioni, si animano dei volti dei potenti, narrati dall’audiovisivo italiano a volte solo in maniera allusiva, a volte ironica.
Sala Paesaggio. Eros. Commedia. Cibo
Un paesaggio innaturale avvolge il visitatore, non è riconoscibile, è una città dall’alto, un campo di grano, un’onda marina. Steli luminosi e pietre luminescenti, creano un territorio alieno che evoca il paesaggio e la sua rappresentazione e che racchiude anche l’eros e la commedia diventando corpo. Su ogni stelo è incastonata una molla e dei cilindri luminosi che animano il terreno con movimenti, flussi naturali, che conducono il visitatore in questo viaggio senza confini. Quattro grandi proiezioni a parete provocano uno straniamento, una moltiplicazione di punti di vista, un’esplosione di fotogrammi. L’insieme di tutti questi elementi vuole essere un tentativo di modificare la percezione e i punti di riferimento del visitatore aprendo uno spettro emozionale ampio e mutevole attraversando paesaggi naturali, architettonici, paesaggi emotivi, dalla bellezza all’ingegno, dalla mimica al verbo della comicità.
Sala Musica
Il ballo, la danza, il ritornello, il tema orecchiabile, i musicisti, le colonne sonore. La musica viene raccontata attraverso le sonorità più iconiche del cinema italiano, in una sorta di blob dagli accostamenti ironici e provocatori. Il percorso sonoro interagisce con un corrispettivo percorso luminoso creato da barre che si illuminano assecondando il ritmo e l’umore del video che lo spettatore ascolta in cuffia.
Sala Maestri
I maestri ci hanno insegnato a “guardare”. Roberto Benigni
L’arte di fare cinema si ritrova nel racconto dei grandi maestri, nei backstage e nelle premiazioni. Il mondo etereo proprio delle idee, degli autori, si affianca alle maestranze, alla fabbrica dei sogni, e viene rievocato da un’architettura brillante composta da grovigli di piccole luci che formano delle nuvole di stelle luminose racchiuse in maglie metalliche e formano pareti, pilastri, cieli. Immersi in questa meraviglia fluttuano i contributi dei grandi maestri, un universo in cerca di una sola definizione: cos’è il cinema.
Sala Futuro
Uno spazio senza dimensioni ricoperto di specchi che creano infinite riflessioni. Punti, linee, scie luminose dialogano con una colonna video al centro della stanza.
Il futuro è una proiezione (mentale) del presente. Guardando le rappresentazioni del futuro prodotte dal cinema (ma anche della letteratura e dalla pubblicità) si comprende meglio il presente, le sensibilità, le aspirazioni del momento in cui si immagina il futuro. Oggi ad esempio si immagina un futuro distopico e catastrofico, cosa che molto probabilmente sarà vera ma che anzitutto descrive un presente in cui la speranza e la fiducia nell’uomo sono molto basse. Provare a descrivere il futuro del cinema necessita prima di una visione del presente del cinema, delle sue aspirazioni ed evoluzioni possibili. Forse la visione collettiva sarà sostituita del tutto da quella individuale, forse ogni film sarà personalizzato sulle preferenze dell’utente, forse sarà prodotto dagli stessi utenti. Tra l’altro chissà se ci sarà ancora il cinema tra vent’anni.
Lo spettatore entrerà in una scatola di specchi quasi senza via d’uscita, potenzialmente potrà raggiungere luoghi inesplorati, sviluppare capacità, avere visioni alienanti. Entrare nella sala sarà un modo per usare in modo diverso la vista, il corpo, l’udito provocando il pubblico verso nuove percezioni. Sarà come entrare in un sogno profondo.

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