L’ università di Palermo riflette su “Bioetica e Autodeterminazione”
Nel decimo anniversario della scomparsa di Eluana Englaro si parla di dignita’ della vita vs dignita’ della morte.
L’evento presieduto da Lucia Craxi’ ( Bioeticista, Universita’degli studi di Palermo) si e’ aperto con i saluti istituzionali del Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari, del Direttore Sanitario Ospedale Civico e Di Cristina di Palermo, Giorgio Trizzino deputato M5S, del Direttore del Dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica Avanzata, Giuseppe Ferraro.
Tra i presenti: Maurizio Mori (Presidente della Consulta di Bioetica Onlus, Professore ordinario di Filosofia morale e Bioetica, Università degli Studi di Torino, Salvino Leone (Bioeticista, Medico e Presidente dell’Istituto di Studi Bioetici Salvatore Privitera di Palermo), Roberto Garofalo (Dirigente medico presso ASP Palermo), Demetrio Neri (già Professore ordinario di Bioetica, Università degli Studi di Messina), Consuelo Luverà (Bioeticista, Università degli Studi di Messina), Giuseppe Peralta (Direttore Unità Operativa di Hospice, Ospedali Riuniti Villa Sofia- Cervello di Palermo).
Nel corso dell’incontro si sono susseguite interessanti riflessioni sul come definire il suicidio assistito, come giudicarlo e come normarlo, con la consapevolezza che questo e’ un argomento lacera, per motivi etici e morali le coscienze di tanti. Ne e’ certo chi su questi temi ci lavora tutti i giorni, medici in prima linea nella cura di malati con poche speranza di guarigione . Persone per le quali a volte l unico modo di prendersi cura di loro e’ accompagnarli nel migliore dei modi alla morte naturale, attraverso le cure palliative evitando, tutte quelle cure sproporzionate ed inutili, senza benefici sulla qualità di vita.
Un convegno che ha portato a riflettere sui temi del fine vita attraverso un confronto utile e costruttivo , con il contributo delle competenze di tutti i soggetti coinvolti. Presente all’ incontro Beppino Englaro, padre di Eluana e Mario Riccio, il medico anestesista che aiutò Piergiorgio Welby a interrompere la ventilazione artificiale. Eluana, intrappolata per 6232 giorni ,conosceva il bianco e il nero ma si trovò intrappolata nel grigio. Così la ricorda il papà Beppino Englaro dicendo che ad un certo punto della vita non si perde la speranza ma il morire diviene speranza.
Oggi la fedeltà più importante e’ nell’aiutare le persone a comprendere il senso vero delle pratiche mediche, sempre più complesse a volte opzionali, a volte anche sperimentali. Al termine della vita questi aspetti, e sopratutto le scelte da fare, possono divenire drammatici per il paziente e per la famiglia. Medicalizzare ad oltranza le fasi finali della vita rischia di banalizzare questo passaggio irripetibile e del tutto personale della vita di ciascuno di noi.