Il Papa ai giornalisti dell’Ucsi: “Non abbiate paura di rovesciare l’ordine delle notizie”
L’Unione Cattolica della Stampa Italiana (Ucsi), che ha recentemente celebrato il sessantesimo anniversario di fondazione, è stata ricevuta in questi giorni in udienza da Papa Francesco. Un’occasione che ha visto la partecipazione di tutte le delegazioni regionali che compongono la prestigiosa realtà giornalistica presente in Italia.
Nel saluto iniziale al Pontefice, il presidente nazionale dell’Ucsi, Vania De Luca, ha sottolineato alcuni punti fermi dell’apporto giornalistico offerto in questi sessant’anni dall’Unione Cattolica della Stampa Italiana; «Cerchiamo – ha detto la De Luca – di essere giornalisti di pace, costruttori di ponti, in dialogo e in cammino con tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Cerchiamo di essere sentinelle della libertà di informazione, che come per ogni bene e per ogni libertà, pur faticosamente conquistati, ci appartiene, eppure non si può mai dare per scontata».
Papa Francesco, nel suo discorso, ha esortato i rappresentanti dell’Ucsi «ad essere voce della coscienza di un giornalismo capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane. Perché oggi c’è una mescolanza che non si distingue, e voi dovete aiutare in questo. Il giornalista – che è il cronista della storia – è chiamato a ricostruire la memoria dei fatti, a lavorare per la coesione sociale, a dire la verità ad ogni costo: c’è anche una parresia – cioè un coraggio – del giornalista, sempre rispettosa, mai arrogante».
Il Pontefice ha ricordato l’importante ruolo della comunicazione nel nostro tempo, e la responsabilità di saper veicolare «parole vere in mezzo a tante parole vuote». Le vostre parole – ha poi precisato – «raccontano il mondo e lo modellano, i vostri racconti possono generare spazi di libertà o di schiavitù, di responsabilità o di dipendenza dal potere».
Come associazione professionale ed ecclesiale che trova ispirazione nel servizio alle persone, nel Vangelo e nel Magistero della Chiesa, Papa Francesco ha ricordato all’Ucsi il coraggio di una informazione corretta e veritiera: «Non abbiate paura di rovesciare l’ordine delle notizie, per dar voce a chi non ce l’ha; di raccontare le “buone notizie” che generano amicizia sociale: non di raccontare favole, ma buone notizie reali; di costruire comunità di pensiero e di vita capaci di leggere i segni dei tempi»; e ancora: «Associazioni come la vostra, per continuare a portare frutto, devono saper riconoscere con umiltà e potare i “rami secchi”, che si sono seccati proprio perché con il tempo hanno perso il contatto con le radici. Oggi voi operate in un contesto storico e culturale radicalmente diverso da quello in cui siete nati. E nel frattempo si sono sviluppate anche modalità di gestione associativa più snelle e più centrate sulla missione: vi incoraggio a percorrerle senza timore e a riformarvi dall’interno per offrire una migliore testimonianza».
Le parole che Papa Francesco ha rivolto ai rappresentanti dell’Ucsi nazionale rappresentano una ulteriore conferma della qualità giornalistica che ciascuno di “noi” – permetteteci questa personalizzazione del termine – è chiamato ad esprimere nell’ambito della comunicazione e dell’informazione giornalistica.
Foto tratta dal portale della Santa Sede