La Sicilia dei laghi
C’è una Sicilia che pochi conoscono, lontana dalle spiagge assolate di Cefalù e San Vito Lo Capo, ma non per questo meno affascinante. L’altra faccia dell’Isola è fatta di laghi naturali e artificiali, sentieri, boschi; veri e propri scrigni di biodiversità che la costellano e ne tratteggiano inaspettati lineamenti paesaggistici.
“Isola in un mare di luce” o “Mito in un’isola di luce”: questi alcuni dei tanti spot pensati per lanciare l’immagine della Sicilia in Italia e all’estero. Ma come fare a conoscere, assaporare, scoprire e persino a vivere l’Isola, scorcio dopo scorcio? La risposta sta nei bacini lacustri che la costellano e ne tratteggiano inaspettati lineamenti paesaggistici. I laghi siciliani rappresentano l’aspetto semisconosciuto della terra del sole, delle affollate spiagge assolate, delle sterminate distese di agrumi, degli sbuffi minacciosi dell’Etna. Se ne contano più di 35, grandi e piccoli, dislocati in tutte le province; essi rappresentano quei gioielli di un turismo isolano ancora tutto scoprire. La suggestione che ne può scaturire da questi luoghi mitici è legata a molteplici fattori, dalla storia alle prelibatezze dell’enogastronomia locale, dalle bellezze paesaggistiche e architettoniche alla fauna e flora che in essi dimorano, dai riti religiosi ai costumi tipici che colorano le loro sponde.
Miti e leggende di Sicilia legate ai laghi
Il mito sottende la realtà storica e il significato profondo della storia della Sicilia, nel bene e nel male, lo si può capire soltanto attraverso la conoscenza delle sue antiche leggende. Ciclopi, Giganti e Titani, secondo la mitologia del mondo classico, sono stati i primi abitatori di questa terra e quindi i progenitori dei siciliani.
In tal senso i laghi dell’Isola hanno fatto da quinta scenica a molti episodi leggendari, come quello che riguarda il lago di Naftia o dei Palici: l’antico lago – ora prosciugato – era caratterizzato da imponenti sbuffi di gas che associati ad altri più piccoli davano origine a meravigliosi fenomeni naturali. Secondo la leggenda, chi voleva dimostrare ad altri di aver detto la verità doveva recarsi sulle sponde del lago, raccoglierne l’acqua ribollente con le sue mani e portarla agli occhi. Ancora oggi è viva l’usanza di dire : «che io possa perdere la vista se non dico la verità!».
Un altro episodio mitologico è quello che contraddistingue il lago di Pergusa: il “ratto di Proserpina”. La leggenda narra di Proserpina, figlia di Cerere che, mentre raccoglieva fiori nei pressi del Lago, fu rapita dal dio degli Inferi, Plutone, e fatta sua sposa. Cerere la cercò in lungo e largo per nove giorni, ritrovandola successivamente solo grazie al provvidenziale intervento di Giove che le rivelò il luogo dove l’amata figlia era stata violentemente trascinata.
Alla scoperta del Lago di Pergusa
Partiamo dunque dal cuore della Sicilia, alla scoperta del Lago di Pergusa, l’unico esempio di lago naturale della Sicilia centrale. Distante 10 chilometri da Enna ed a m 667 s.l.m., il lago da sempre rappresenta un’area nevralgica nella corrente migratoria di molte specie oltre che habitat ideale per lo svernamento e la nidificazione. L’invaso lacustre è anche noto per le acque salmastre e per il fenomeno del “Red Water” (l’arrossamento delle acque) che si manifesta, in determinate condizioni per la presenza di solfobatteri fotosintetici anaerobi con la conseguente colorazione roseo-violacea delle acque, di grande effetto scenico.
Il lago di Pergusa e la Villa del Casale di Piazza Armerina: un legame secolare
All’interno della riserva del lago vive il Pollo sultano (Porphyrio porphyrio), una specie ammirata fin dai tempi dei Greci e dei Romani, tanto che lo si ritrova tra i mosaici della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (inizio IV secolo D.C.),
nel famoso mosaico denominato “Il piccolo circo”, dove viene ritratto un fanciullo su una biga trainata da due Polli sultani. A Pergusa il Pollo sultano è una delle specie più rappresentative con una popolazione che vanta ben 16 coppie, che il visitatore potrà ammirare da diversi punti di osservazione posti all’interno della riserva.
“Un’isola nell’isola”: I laghi dei Nebrodi
All’interno del Parco dei Nebrodi si trovano alcuni dei laghi d’alta quota più importanti della Sicilia. È il caso, per esempio, della zona compresa tra i comuni di Floresta, Tortorici e Maniace, dove il visitatore potrà ammirare alcuni splendidi specchi d’acqua, incastonati tra verdi pascoli o circondati da fitti boschi. L’itinerario nebroideo parte dalla “Dorsale dei Nebrodi” a Portella Mitta (Floresta), per arrivare al bivio del lago Pisciotto, visitato il quale si può farà base a Portella Dagara per proseguire a piedi verso lo splendido lago di Trearie. Da qui si raggiunge facilmente il lago Cartolari, ai piedi della bella faggeta di Piano di Palma. Ma i Nebrodi riservano nei loro meandri un altro gioiello: il Biviere di Cesarò. Situato a m 1278 s.l.m. rappresenta la più importante zona umida montana della Sicilia; in esso è possibile imbattersi, ad esempio, in specie quali la testuggine palustre e la raganella verde.