Una teologia che guarda negli occhi
“In un mondo come il nostro che sembra aver confuso la sazietà con la felicità, Papa Francesco indica nuovamente il cuore di tutto il messaggio del Vangelo, dedicando un ciclo di catechesi interamente alla preghiera del Padre nostro”. Lo scrive il giovane teologo don Luigi Maria Epicoco, nell’introduzione al volume “Il Padre Nostro. Catechesi di Papa Francesco”, pubblicato dalle Edizioni San Paolo. Una preghiera che “insegna la preghiera”. “È una preghiera che insegna qual è l’orientamento del cuore che bisogna avere nella preghiera”. Secondo il teologo, cercare un padre significa “vivere una vita che non è abbandonata al caso, che non va a finire nel nulla, che non è svuotata di senso”. “Cercare un padre significa cercare qualcosa che possa aiutarci a osare la vita e l’esistenza – aggiunge don Epicoco -. In questo senso pensare a Dio come un Padre significa pensarlo come Qualcuno che non soltanto crea la vita, dona la vita, ma soprattutto la rende possibile”. Dal teologo un monito: “Esiste una religione che si annida nelle nostre insicurezze, nelle nostre ferite, in tutti quegli anfratti psicologici che cercano costantemente una rassicurazione più che l’incontro con Qualcuno. Per poter venir fuori da questo meccanismo pagano di fede, Gesù ci libera dalla logica della rassicurazione, dalla logica del sacrificio, della paura, del propiziare la divinità, e ci ricorda che soltanto quando all’uomo funziona l’umanità riesce a capire anche qualcosa di Dio, di quello stesso Dio che lo ha fatto a sua immagine e somiglianza”. Quella di Papa Francesco è “una teologia che guarda negli occhi, che sa rivolgersi alla vita di ognuno e lo fa con una disarmante semplicità ed essenzialità”. “Papa Francesco sa benissimo che la fatica più grossa di un Pastore non è quella di cercare di dire cose nuove ma di saper dire le cose di sempre intessendole all’esistenza concreta della gente”.